(30 gennaio 2009)
INSONNIA
Quando scende la notte
e la luna si rintana
nelle nostre zone d'ombra
i segreti fuoriescono
come fantasmi.
Hanno il passo del montanaro
che s'inerpica stanco
tra incagli spinosi
del tempo che rimane!
Quando scende la notte
e la luna si rischiara
lo sguardo si dischiude
per ascoltare suoni
che come vòceri
esondano
da argini fatiscenti.
Quando scende la notte
e la luna si rintana
nelle nostre zone d'ombra
i segreti fuoriescono
come fantasmi.
Hanno il passo del montanaro
che s'inerpica stanco
tra incagli spinosi
del tempo che rimane!
Quando scende la notte
e la luna si rischiara
lo sguardo si dischiude
per ascoltare suoni
che come vòceri
esondano
da argini fatiscenti.
RECENSIONE:
L'incapacità di dimenticare ci rende insonni, quando la notte dell'incomunicabilità scende dentro di noi. La fredda luce "lunare" della ragione esalta le forze caparbie ed inquiete che ci abitano; dà vita solo a fantasmi e suoni rauchi. Ridotte al silenzio voci, stimoli, gesti, l'Autore canta, con un raffinato uso della metafora le emozioni apparentemente sopite, nella tonalità del dolore stanco e soffocato con un fluido registro narrativo.
L'incapacità di dimenticare ci rende insonni, quando la notte dell'incomunicabilità scende dentro di noi. La fredda luce "lunare" della ragione esalta le forze caparbie ed inquiete che ci abitano; dà vita solo a fantasmi e suoni rauchi. Ridotte al silenzio voci, stimoli, gesti, l'Autore canta, con un raffinato uso della metafora le emozioni apparentemente sopite, nella tonalità del dolore stanco e soffocato con un fluido registro narrativo.
Bice Di Giacomo
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