sabato 27 giugno 2009

Rose



opera n.3
anno 2004

venerdì 26 giugno 2009

Pappagalli



opera n.2
anno 2003

giovedì 25 giugno 2009

Mortaio


opera n.1
anno 2003

sabato 20 giugno 2009

Poesia n.208
(4 giugno 2009)

STORIE D’AMORE


La notte ha nascosto i colori
e ci siamo svegliati di bianco!
Tu di bianco vestita e
con il nero a coprirti le spalle
perché il cuore ha bisogno di caldo.

La tua voce é assente!

La nonna non parla
in posizione d’ascolto;
tra le mani righe dipinte
da una bimba che nell’orecchio sussurra
dimenticate parole d’amore.

Il sorriso non c’è,
smarrito da tempo
sulla strada percorsa negli anni;
ma il cuore si apre ai colori
quando accoglie i figli dei figli
come mamma nel grembo;
ma mamma non è!
E racconta storie d’amore
che vivranno quando è tempo d’amare.



RECENSIONE:
Fotogrammi di un viaggio ormai giunto all'ultima stazione, dove il tempo è
scandito in bianco e nero.
Notte e giorno si susseguono in un monotono lavoro di sottrazione che, nella
solitudine dilatata dal silenzio, restituisce solo attesa d'assenze.
Nell'apparente atrofia d'emozioni, nella fissità del corpo, l'autore penetra e
coglie l'eco di voci lontane, di antiche tenerezze custodite, di ricchezze
nascoste che si sciolgono in gocce d'amore, da regalare a chi sboccia al futuro.
Bice Di Giacomo
Poesia n.206
(30 maggio 2009)


MALATO DI MENTE

Il suo sguardo,
spento come il lampione
che sorregge il suo peso,
vaga nel cielo vuoto
di stelle nel nulla svanite.

Le parole gridate
fuoriescono libere!

Il passante ascolta distratto
lo straripante parlare sconnesso
che saltella tra ricordi smarriti
e progetti confusi.
E sorride di lui,
ascoltando il suo canto
un poco stonato!

Ma il mio volto
é un cielo coperto,un campo solcato;
un torrente assolato di aridi sterpi.
Per poco!


RECENSIONE:
Quadro vivente di struggente intensità. Nell’angolo buio dell’indifferenza e dell’irrisione, l’autore coglie l’uomo solo, perso nei suoi fantasmi. Si scioglie l’emozione trattenuta in pianto e compassione.
Bice Di Giacomo
Poesia n.202
(21 maggio 2009)


ATTESA


Su una sedia
in attesa
di una voce non tua
per vestirti
d’addio.

RECENSIONE:
Solitudine, attesa e speranza trovano una ” sublime sintesi” nella certezza dell’abbandono-distacco.
Poesia n.194
(4 maggio 2009)


STANZA

Nella mia stanza
odor di meraviglia
più non sale
come brina al cielo
al primo sole:
roseto spoglio
e tra le spine
petali dispersi.

RECENSIONE:
Nell’assenza, con il linguaggio della sottrazione, vive l’incanto dell’amore.
Bice Di Giacomo
Poesian.193
(1 maggio 2009)


STELLA

Mia stella,
di giorno altra luce
ti ricopre
e nell’ora di stanchezza
una patina ti avvolge
come gioiello antico
di splendore.
Nell’ombra
a te si tende la mia mano;
ma il vuoto la cattura!
RECENSIONE:
L'autore ha trovato una felice, elegante sintesi espressiva per l’intensità del desiderio. Va dritta al tasto dell’emozione
Bice Di Giacomo
Poesia n. 185
(25 gennaio 2009)


GLI OCCHI

Il vento mi ha portato sull’altura,
a strapiombo sulla distesa d’acqua.
Ha il colore dei tuoi occhi
che come spume d’onda
sembrano avvicinarsi,
forse per fare male,
ma si ritraggono
per amore o per paura,
svuotando l’orizzonte!
I tuoi occhi irradiano
i risvegli del mattino, le giornate
che sembrano destare
il diluvio dal torpore,
e chi , nascosto
all’ombra di un cipresso,
è in attesa che si riaccenda
il cero del suo cuore.

RECENSIONE:
Con l'ntensità espressiva di suggestive immagini metaforiche, l'autore ci introduce nell'intimità della confessione d'amore. In bilico, fra la profondità del mare e l'imprendibilità del cielo, l'anima sussulta. In un gioco di specchi, fra ricordo e desiderio vive l'inganno: miraggio dell'assetato che, da tempo, viaggia nel deserto della solitudine e dell'attesa
Bice Di Giacomo
Poesia n.184
(30 gennaio 2009)


INSONNIA

Quando scende la notte
e la luna si rintana
nelle nostre zone d'ombra
i segreti fuoriescono
come fantasmi.
Hanno il passo del montanaro
che s'inerpica stanco
tra incagli spinosi
del tempo che rimane!

Quando scende la notte
e la luna si rischiara
lo sguardo si dischiude
per ascoltare suoni
che come vòceri
esondano
da argini fatiscenti.


RECENSIONE:
L'incapacità di dimenticare ci rende insonni, quando la notte dell'incomunicabilità scende dentro di noi. La fredda luce "lunare" della ragione esalta le forze caparbie ed inquiete che ci abitano; dà vita solo a fantasmi e suoni rauchi. Ridotte al silenzio voci, stimoli, gesti, l'Autore canta, con un raffinato uso della metafora le emozioni apparentemente sopite, nella tonalità del dolore stanco e soffocato con un fluido registro narrativo.
Bice Di Giacomo
Poesia n.171
(28 gennaio 2009)


L’ORA DELLE OMBRE


Scende felpata
la bruma dal declivio
che come un velo copre
le tante assenze.
Suono non ha
il canto di cicale
e di grilli su steli
abbarbicati.
Da troppo tempo,
dietro sprangati usci,
più non si respira!
In silenzioso andare
rianimano le strade
lontane voci.
Si destano,
come lucciole
nell’ora delle ombre,
per rinverdire prati
di fiori appassiti.


RECENSIONE:
“Lavoro sottile e raffinato, di apparente sottrazione di suoni e presenze, per introdurci nel luogo della solitudine mediante un linguaggio di forti suggestioni e grande musicalità, In un ovattato intreccio di passato e presente si rompe il silenzio. Voci e respiri passati riecheggiano. E’ il gioco dolce e spietato della memoria”
Bice Di Giacomo
Poesia n.145
(novembre 2005)


KAROL


Seguimi,
Karol!
Nell'orto degli ulivi
ti porterò a pregare;
nei cuori induriti,
senza più sorrisi
seminerai dolcezze.

Traghettatore d'anime
su sponde amiche,
hai esortato implorato ammonito
chi della guerra è padre
e amato amato amato
i giovani sorrisi sognatori,
in scadenzati abbracci
d'allegria.
Quanta gente,
oggi,
al tuo cospetto!
Più delle stelle in cielo
offuscate da nuvole d'addio.
Una fiumana, tra argini ben fatti,
in silenzioso andare;
fermarsi per un attimo
il tempo di un pensiero
e lasciare ai Tuoi piedi
un'emozione.
Note:
la poesia è stata premiata con il terzo posto ex aequo al 38° concorso internazionale di poesia religiosa -Centro di Cultura "SS Croce" di Taranto.

Motivazione:
L'invito di Dio "seguimi" fu rivolto un giorno al nostro amato papa Giovanni Paolo II. Senza esitare egli accettò, pur prevedendo di dover sperimentare le amarezze dell'Orto degli Ulivi. La sua dolcezza ha sciolto i cuori più duri e riportato al Padre anime lontane da Lui; la sua allegria ha conquistato i giovani. Karol ha amato molto i suoi fratelli ma è stato anche molto amato. La prova? Quella folla che sempre lo ha seguito e, alla fine, quella silenziosa fiumana di gente che non ha voluto rinunciare all'emozione di fermarsi per un momento ai suoi piedi, per inviargli un ultimo pensiero.
Poesia n.136
(28 febbraio 2004)


INATTESO VIAGGIO


Così,
all'improvviso;
inatteso viaggio
che non ha ritorno.
Sei partito,
senza un cenno
di saluto;
portano gli abbracci
solo emozioni;
troppi occhi
avrebbero inumidito.

Hai lasciato i tuoi sorrisi,
timidi,
appena accennati;
riempivano l'aria
di gioiose sazietà.

Sei qui intorno,
nell'aria rarefatta,
nelle notti insonni,
quando gli occhi cercano
tra le tante ombre.

E incatenano!

Sei nell'aria che respiro
nel vento che accarezza,
per un attimo,
con la tua mano
di ruvida bontà.

Sei dove sono
e dove andrò,
quando è tempo di andare.

Sei nel risveglio
che è tempesta
e come la risacca
mi allontani
dalla scogliera.


Note:
la poesia è stata premiata con il primo posto ex aequo al 37° concorso internazionale di poesia religiosa -Centro di Cultura "SS Croce" di Taranto.

Motivazione:
Il dolore per la perdita di una persona cara è sempre immenso, ma diventa anche più acerbo quando la dipartita giunge inattesa. L'autore trova un doloroso conforto nel ricordo del suo sorriso, nella sensazione della sua presenza nell'aria, durante le notti insonni, o nel vento che accarezza. La certezza di avere vicino, anche se non sensibilmente, la persona cara aiuta a vivere, come aiuta e sostiene la speranza di ritrovarla, un giorno, nel luogo in cui si starà per sempre.
Poesia n.142
(gennaio 2004)


DISSOLVENZA

Ti guardo da lontano, perchè abbagli;
con paso lento ti avvicini,
con la mano sfiori i miei ardori,
con la bocca cheti la mia voce
e l'anima è colma di delizie.

Sei come stanca, con la testa sul mio petto
per ascoltare l'infrangersi del mare.
Cheto non è, come potrebbe
se il corpo s'immerge e poi raffiora
come barca che lotta senza sosta.

Ti guardo da lontano, perchè sei stella;
amata stella, dal tempo consumata,
sbiadito è il tuo sorriso;
negli occhi velata tarsparenza;
nei miei solo rimpianti.

Ora cerco sul viso i tuoi colori
che vestivano i prati a primavera;
ma in quest autunno
il vento regala i tuoi profumi
di antiche essenze evaporate.


NOTE:
La poesia è stata inserita nell'antologia "Tra un fiore colto e l'altro donato"-Vol.V-parte 1-Editore Aletti

Recensione:
Una sintesi felice dove il più e il meno espressivo non trova asilo e ogni possibile sbavatura retorica è bandita. Fresca ed intensa nella sua fluidità evocativa. E' una istantanea dell'amore, nelle sue diverse stagioni, ripescata nella memoria in un caldo tramonto estivo ed accarezzata dalla luce fioca e malinconica del ricordo. E' il ricordo dell'amore che vorremmo portarci sempre dentro.
Milano 1 gennaio 2008 Bice Di Giacomo
Poesia n.130
(dicembre 2002)


SAN GIULIANO DI PUGLIA


Un fuoco nascosto
si è fatto sussulto, per poco;
ha lasciato macerie,
precoci dolori, negli occhi
senza dimora.
Non è tempo di pianto, si scava.
Per qualcuno si scava
che abbia ancor fiato.
Si contano i morti, tanti
fiori recisi, non ancora sbocciati.

Un viso appassito,
come calanchi d'estate,
sotto lo scialle ha imprigionato
il dolore, suo compagno
nell'ultimo tratto.

A Te,
Padre del mistero,
intona la sua nenia,
ritmata sui grani
dalle dita;
al Tuo volere affida,
con struggente silenzio
genuflesso,
la giovane stella
già svanita.

Note:
la poesia è stata premiata con il terzo posto ex aequo al 35° concorso internazionale di poesia religiosa -Centro di Cultura "SS Croce" di Taranto.

Motivazione:
I versi ricordano la tragedia di san Giuliano di Puglia, che ha stroncato prematuramente tante piccole "stelle, ma non rappresenta un necrologio perchè si chiude con la speranza della risurrezione di tutte queste anime innocenti che sono affidate al volere del Signore.